A Cavenago, alle porte di Monza, l’orto urbano nasce grazie al progetto “Orti senza frontiere” e allo sforzo congiunto di molte realtà locali, pronte ad aiutare i richiedenti asilo in attesa di responso da parte delle commissioni preposte.
30 giovani africani hanno raccolto l’invito e, pieni di entusiasmo, hanno cominciato questo percorso accompagnati da professionisti che hanno insegnato loro come gestire un orto, dalla semina alla raccolta.
“Orti senza frontiere” si pone l’obiettivo di integrare i richiedenti asilo nel tessuto sociale locale insegnando loro come gestire un orto. Un po’ come accaduto nell’orto multiculturale di San Sperate, anche in quello di Cavenago si offre la possibilità di imparare nozioni e lavori pratici, competenze professionali da spendere in un futuro, che questo sia in Italia o nel proprio paese d’origine.
Ma torniamo al 2016, quando 30 volontari provenienti dall’area subsahariana hanno avuto la possibilità di frequentare un corso pratico-teorico tra le sterpaglie, erbacce che grazie ai loro sforzi sarebbero divenute in breve tempo un vero e proprio orto.
Così, con l’aiuto della Scuola Agraria di Monza e della cooperativa Il Cedro, i volontari hanno bonificato la zona fino a renderla agibile e lavorato il terreno per renderlo fertile.
Sono seguite le semine e i trapianti, e tra una zappata e l'altra, un bel clima che sottolinea ancora una volta come accoglienza e formazione lavorativa, coadiuvate da buon senso e civiltà, possono essere la formula migliore per promuovere l’integrazione