A Monza stanno per realizzare un sogno: creare non solo un orto condiviso, ma un complesso abitativo in cui possano vivere in comunità persone con disabilità e non.
Grani Di Pepe è uno spazio verde gestito da persone con disabilità e volontari per finanziare i costi della casa condivisa e, al contempo, dar modo alle persone interessate di condividere sin da spazi e attività. Passeggiate con noi per Via Riva a Monza e, dando le spalle agli amici della parrocchia di Sacra Famiglia, entrate nel cancello verde di Grani di pepe, pronti a scoprire tutto quel che succederà in futuro!
Coltivare per far nascere un futuro più equo
Grani di Pepe è un orto di quartiere coltivato da persone con disabilità, volontari, cittadini e agricoltori provetti, tutti accomunati dall’idea di faticare per poter perseguire un obiettivo molto più grande: ristrutturare un edificio per realizzarne una delle prime strutture abitative capace di permettere la convivenza attiva tra persone con disabilità e non.
L’associazione Uroburo, capofila del progetto, e la Cooperativa Lambro, con l’aiuto essenziale di Associazione di Volontariato QdV e dei suoi 80 volontari, dopo anni a supporto ai ragazzi con disabilità e alle loro famiglie, hanno capito che la città di Monza ha bisogno di uno spazio utile a permettere l’inserimento attivo nella vita della città e della comunità di Cederna, quartiere a sud-est della città dove è ubicato l’orto.
In molti si domandano ancor oggi che nesso c’è tra un’opera edile e un orto sociale, idee che a primo acchito sono distanti tra loro ma che, in questo caso, risultano complementari. Per una risposta basta leggere gli obiettivi che le associazioni si sono prefissate.
L’orto è stato infatti creato con l’intento di permettere a persone con disabilità di acquisire fiducia in sé tramite le nozioni apprese e le responsabilità che necessariamente si hanno quando si alleva un essere vivente, che esso sia animale o vegetale.
Un po’ come l’orto dell’ospedale di Modica aiuta i malati del reparto di psichiatria tramite l’orto, anche qui a Monza hanno scelto la terra e suoi frutti come strumento educativo, anhe se in questo caso le prospettive future sono ben altre. Nell’orto di Via Riva non solo si ha solo la soddisfazione di raccogliere le verdure seguite con cura, ma si ha anche quella di poter vendere i prodotti dell’orto per raccimolare un gruzzoletto che aiuterà le associazioni a portare a termine i lavori nel complesso residenziale.
Zappare e sorridere, ecco perché non ci si stanca mai di Grani di Pepe
Gironzolando tra le serre e le aiuole dell’orto di Grani di Pepe ci si perde in un ambiente sereno, tra ortaggi di tutti i tipi e sorrisi di ragazzi, bimbi e adulti.
Questo pezzo di terra di più di 3000 metri quadrati oggi è una realtà agricola consolidata e conosciuta, ma non si sarebbe fatto nulla se la parrocchia di Sacra Famiglia non avesse concesso gratuitamente i terreni alle associazioni. La comunità religiosa ha anche un’altra funzione: dare ai ragazzi la possibilità di entrare a contatto con un gruppo eterogeneo con cui potersi confrontare e in cui potersi integrare.
Volontari, educatori, famiglie e parrocchiani, sono stati tra i primi ad aver aiutato i nostri ortisti provetti; tra i tanti aiuti ricordiamo un’azienda che ha offerto il materiale necessario alla coltivazione e un agronomo che passa ogni giorno tra le aiuole con l’intento di aiutare gli agricoltori nelle scelte pratiche.
Lavorando la terra e seguendo gli ortaggi, le persone hanno la possibilità di mettersi in gioco in prima persona, rendendosi conto delle proprie possibilità e confrontandosi con le responsabilità del lavoro. Non solo, questo tipo di attività permette alle persone di uscire dal circolo vizioso dell’assistenzialismo ed eleva lo status medio del diversamente abile a quel che altro non è che il diritto innegabile di poter vivere una vita in autonomia.
Ed è proprio grazie ai lavori in orto che i partecipanti diventano sempre più indipendenti e aumentano la consapevolezza in se stessi; in questo modo si è certi che nel futuro diventeranno una risorsa vera e propria per la società, con tanto di diritti e doveri.
Quando i problemi diventano un trampolino per il futuro
Il futuro di Grani di Pepe non può che cominciare da quel che, probabilmente, è stata la delusione più grande: la scorsa primavera i lucchetti dell’orto son stati forzati e gli avventori hanno rubato tutti gli attrezzi; hanno portato via persino una nuova motozappa, strumento costoso e necessario in terreni così ampi!
È proprio in questo momento che l’orto e i suoi agricoltori hanno dimostrato tutta la loro forza e non si sono dati per vinti. Dopo poche ore qualcuno era già in orto a smuovere il terreno con la zappa o con il badile portato da casa. E non appena la notizia è iniziata a girare, i monzesi hanno cominciato a dimostrare il loro attaccamento all’orto e ai valori che comunica, con gesti più o meno concreti: i commercianti di Cederna, ad esempio, si sono dotati di cassettine per le offerte, di modo che tutti potessero dare il loro contributo.
Tutto questo affetto non è passato inosservato, anzi ha attirato moltissime persone che in questo modo hanno avuto la possibilità di conoscere meglio i ragazzi e i loro orti.
Tutto questo entusiasmo non si è placato nemmeno a maggio, quando i cancelli di via Riva sono stati forzati nuovamente. Questa volta i ladri non hanno portato via nulla, perché niente era stato lasciato nelle casette di legno dell’orto.
Un gesto che ancora una volta ha lasciato l’amaro in bocca, ma che non ha minimamente intaccato la forza di volontà di ragazzi, associazioni e famiglie coinvolte. Anzi, ancora una volta Monza si è riunita attorno a Grani Di Pepe per condannare i ladri e preservare al meglio questa realtà unica, vero e proprio vanto per tutta la città.
Oggi le attività continuano incessantemente: a settembre sono ricominciate le collaborazioni con le scuole della zona: i ragazzi delle elementari verranno seguiti nella realizzazione di un orto, alla scuola media suonano “musica negli orti” mentre gli studenti dell’istituto agrario hanno la possibilità di fare esperienza diretta tra le piante.
E ora che l’autunno è arrivato, gli ortaggi estivi han lasciato posto a colture resistenti al freddo mentre i parrocchiani e gli abitanti di Cederna sono sempre più presenti e attivi. Cosa più importante, però, è che i ragazzi hanno acquisito sempre più responsabilità, conoscenze e fiducia in sé stessi; competenze e valori che serviranno nel futuro che sognano, lo stesso futuro equo che tutti noi auguriamo a loro e alla società tutta.
Foto credits: Oroburo Onlus