A Catania studenti e cittadini lavorano spalla a spalla per rivalutare la periferia della città: nasce così “Ortinsieme”, un orto urbano, realizzato da ragazzi universitari e dai membri del centro Punto Luce, per valorizzare e migliorare le condizioni di vita nel quartiere di San Giovanni Galermo.
Questa collaborazione è nata da poco, ma le storie da raccontare son tantissime. Venite a scoprirle con noi in Sicilia!
Da “Paesaggi delle mafie” a “Ortinsieme”, come è iniziata questa avventura
Questa vicenda comincia nel 2014 quando l’Università di Catania promuove il laboratorio interdipartimentale “Paesaggi delle mafie”. Gli studenti che aderiscono al progetto hanno il compito di confrontarsi con l’ambiente urbano e con le realtà locali cercando di capire le dinamiche che regolano la vita sociale cittadina e come questa si rifletta su Catania modificandone l’aspetto estetico.
Una volta avvicinate le singole realtà, i ragazzi hanno il compito di incentivare azioni dirette sul territorio andando a rivalutare gli spazi e gli ambienti cittadini fino a renderli pienamente fruibili: iniziative che in una terra come la Sicilia sono pratiche di antimafia attiva dal valore inestimabile.
È così che tra il 2016 e il 2017 gli studenti universitari incontrano “Punto Luce” nel quartiere di San Giovanni Galermo, un laboratorio pomeridiano promosso da Save the Children che offre ai bambini e alle loro famiglie uno spazio in cui poter studiare e svolgere attività ludiche senza alcuna spesa.
Da quel che si dice, tra le due realtà è stato amore a prima vista: i ragazzi universitari, mossi dalla passione per la loro città più che dagli impegni accademici, e i membri di “Punto Luce” si sono capiti subito e hanno iniziato a collaborare per realizzare qualcosa di concreto, e quel che ne è nato è proprio “Ortinsieme”!
Il primo passo è rivalutare la sede di Punto Luce
Ortinsieme è un progetto che si prefigge di migliorare e rivalutare la sede di Punto Luce, il primo passo è stato quello di realizzare un orto condiviso, simbolo tangibile di come una comunità abbia la possibilità di riappropriarsi degli spazi urbani se è capace di unirsi e di valorizzare i singoli individui e le loro competenze.
Se a Castellarmare del Golfo una cooperativa ha bonificato un terreno che apparteneva alla mafia rendendolo coltivabile, a Catania gli studenti universitari si confrontano continuamente con la comunità locale, un po' per organizzare i lavori in orto, un po' per realizzare altre iniziative concrete sul territorio.
Tra un zappata e l’altra, tra un ortaggio e un'innaffiatura, i membri di Punto Luce e i ragazzi dell’Università hanno iniziato ad abbellire e rendere agibili anche gli spazi circostanti all’orto, realizzando una zona relax per gli adulti e un’area giochi per i bambini.
Anche in questo caso, l’importante è condividere le esperienze con tutti e “imparare facendo”, come è avvenuto in un folto gruppo di persone, che si è ritrovato ad assemblare materiale di recupero fino a comporre sedie e tavoli, fioriere e giochi per bambini.
Come si è evoluto il progetto? Suburb and beauty e Whole urban renewal
“Ortinsieme” è appena nato e procede alla grande: i ragazzi che partecipano al progetto, studenti di Ingegneria civile e Architettura e di Scienze della Formazione, hanno energie da vendere, e non riescono proprio a stare fermi!
In qualche mese hanno girato “Suburb and beauty”, un video che racconta la loro iniziativa sostenendo l’idea che il paesaggio, l’ambiente che ci circonda, non è altro che il risultato del nostro vivere e del nostro agire all’interno di una comunità e di una città: la bellezza di un luogo è quindi lo specchio della società che lo popola.
Grazie alle parole evocative di Peppino Impastato, il filmato invita a riflettere su come il paesaggio in Sicilia non sia altro che il risultato dell'influenza mafiosa sul territorio. “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà”, sono queste parole che segnano il filmato, dimostrando come il video non sia l'ennesima denuncia a uno status sociale malato ma anzi, uno stimolo per i cittadini e la comunità, un invito a mettersi in gioco per il bene della città.