In Trentino Alto Adige, in particolare nella zona Sud di Bolzano, è nato l’Orto Salewa, uno spazio di circa 3000 mq dove si coltiva l’integrazione. Una quindicina di richiedenti asilo, originari di Paesi tra i quali Bangladesh, Togo, Nigeria, Burkina Faso e ospiti di alcuni centri sociali locali, s’impegnano ogni giorno per crescere ortaggi e speranza per il futuro.
L’idea? È stata di Stephanie Völser, Executive Assistant del Gruppo Salewa-Oberalp Heiner Oberrauch, già impegnata dal 2016 nel movimento Binario 1, che offre assistenza e supporto ai rifugiati che arrivano nel capoluogo trentino. Völser è riuscita a convincere il suo Presidente a mettere a disposizione un’ampia area antistante la sede aziendale e a creare una rete di solidarietà per mettere in piedi il progetto Salewa. Vediamo come!
L’integrazione va di pari passo con un’occupazione attiva
Secondo Heiner Oberrauch - Presidente del Gruppo Salewa-Oberalp - l’agricoltura è uno dei cardini della nostra cultura ed è un’attività che mette al centro valori importantissimi, come la condivisione, la socialità e l’integrazione.
Il progetto bolzanino si fonda proprio su questa visione, proponendosi di dare un contributo positivo alla vita di questi 15 richiedenti asilo: l’obiettivo è quello di farli uscire dalla sola dimensione dei centri d’accoglienza e di farli entrare in contatto con la comunità e il territorio che li circonda.
Un network di solidarietà
A Bolzano Orto Salewa ha saputo costruire un’ampia rete di solidarietà, che ha visto coinvolti non solo i creatori del progetto, ma anche alcune aziende e realtà locali:
- OfficineVispa, che ha accolto i richiedenti asilo e i migranti come soci della cooperativa, consentendo il superamento di alcuni ostacoli di carattere burocratico;
- il Consorzio Agrario di Bolzano ha provveduto a reperire gli attrezzi agricoli utili alle attività di coltivazione;
- il Garden Center Biasion ha messo a disposizione tutte le piantine per l’orto;
- alcuni ristoranti gourmet acquistano i prodotti nell’orto solidale;
- la floricoltura Schullian offre know how relativamente alla coltivazione degli ortaggi;
- la Holz Pichler della Val d’Ega ha messo a disposizione la corteccia per i vialetti.
Le competenze acquisite
L’Orto Salewa può essere definito anche come un vero e proprio percorso di formazione, utile ai suoi partecipanti per imparare e acquisire alcune delle tecniche più utilizzate nell’agricoltura biologica, indispensabili per coltivare e crescere prodotti destinati al km 0. Ma quali sono i frutti dell’orto che, nel dettaglio, i rifugiati e migranti s’impegnano a mettere a dimora in quest’area di 3000 mq?
- peperoni;
- pomodori;
- insalata;
- melanzane;
- carciofi;
- senape
Ma non è finita, perché in tutto le varietà di ortaggi presenti sono circa una trentina: da non dimenticare anche le erbe aromatiche, i mirtilli e i lamponi!
L’Orto Salewa è aperto a tutta la comunità!
L’Orto Salewa è un progetto d’integrazione sociale anche perché è stato in grado di coinvolgere la comunità locale, non solo dandole la possibilità di comprare i prodotti coltivati attraverso un’offerta, ma anche semplicemente per offrirle l’opportunità di approfondire la conoscenza con i ragazzi. In sostanza, l’orto è aperto a tutti, gli abitanti del luogo possono tranquillamente frequentare l’orto, passeggiare, scambiare due chiacchiere o chiedere consigli sulle coltivazioni ai giovani o magari anche solo “curiosare”.
Orto Salewa è un'iniziativa assolutamente meritevole che ci auguriamo possa crescere ancor di più e possa continuare a coltivare solidarietà e integrazione.