Anziani e giovani, internet e terriccio, orti e città. Tutti elementi apparentemente riferibilii a mondi opposti e distanti ma non per Legambiente Campania Onlus e Fondazione Mondo Digitale che con il progetto “Nonnet: orti urbani digitali” sono riusciti a conciliarli in un’unica iniziativa.
Ma di che si tratta di preciso? “Nonnet orti urbani digitali” è stato un progetto molto interessante, nato e cresciuto in Campania, che ha avuto come obiettivo il coinvolgimento di anziani e giovanissimi studenti, in un processo di reciproca alfabetizzazione: informatica per i nonni, orticola per i ragazzini.Il tutto farcito da un inevitabile e sempre ricco scambio di esperienze e punti di vista.
Il meccanismo era semplice: i giovani accompagnavano i “nonni” verso i primi passi nel mondo dell’informatica, insegnando loro come usare un computer o come navigare su internet; in cambio i nonni seguivano i ragazzi nella cura dell’orto trasmettendo tecniche e saperi che solo una lunga esperienza consolida.
Il tutto è stato reso possibile grazie agli orti messi a disposizione da Legambiente: il parco eco-archeologico di Pontecagnano-Faiano, l’orto urbano di Eboli e gli orti del Casale di Teverolaccio a Succivo, in provincia di Caserta.
Alla fine, le tecniche di coltivazione apprese, venivano condivise online, unendo quindi le capacità informatiche e orticolturali apprese durante il progetto.
Ma come si è evoluta l’iniziativa? Quali sono stati i suoi successi e le maggiori difficoltà? L’abbiamo chiesto a Elisa Amorelli di Mondo Digitale che ha assistito e curato tutte le fasi del progetto.
Come si è evoluto il progetto in questi anni?
Noi di Mondo Digitale portiamo avanti progetti come questo dal 2003, sia in Italia che in Europa. “Nonnet orti urbani digitali” è iniziato nel 2010 grazie alla collaborazione con Legambiente Campania Onlus ed è terminato l’anno successivo, ma noi abbiamo continuato a lavorare con le scuole e lo facciamo ancora oggi. Crediamo nel progetto perché la sua forza sta nel fatto che da un lato i “nonni” imparano ad usare le tecnologie, combattendo l’isolamento sociale dell’anziano. Dall’altro i ragazzi imparano a lavorare la terra e, per una volta, si svestono dei panni di studenti per diventare anche loro insegnanti.
Quali sono stati i risultati del progetto, i suoi successi?
Nonnet, orti urbani digitali è stato un completo successo, lo dimostra il fatto che molti dei partecipanti ci hanno chiesto di continuare a lavorare con loro. La comunità stessa ha richiesto di continuare.
Ci sono state invece delle difficoltà? Se sì, come le avete superate?
Forse inizialmente l’unica difficoltà era logistica, perché si teneva sia al parco archeologico Pontecagnano, che nelle scuole e non era facile. Ma grazie alla forte motivazione dei ragazzi siamo riusciti a portare a termine il progetto.
Ci potresti fare un profilo dei partecipanti? Chi erano i ragazzi e gli anziani che hanno partecipato?
I ragazzi sono studenti delle scuole. Abbiamo coinvolto tutte le età collaborando sia con le scuole elementari che quelle medie e superiori. Gli anziani, o dovremmo dire più correttamente i “cittadini adulti” sono persone con età superiore ai 60 anni.
È stato più difficile insegnare la coltivazione ai giovani o l’informatica ai nonni?
Non ci sono state grandi differenze in questo senso. Anzi, è stato proprio questo il bello del progetto, lo scambio era equo!
Foto credits: Fondazione Mondo Digitale, Phaedra