Ad Ancona la casa di reclusione Barcaglione propone ai detenuti corsi di orticoltura e apicoltura, teorici e pratici. Attività che gli ospiti della casa circondariale hanno la possibilità svolgere nei terreni dell’istituto.
Per molti di loro queste occupazioni sono uno slancio per il futuro fuori dal carcere, ma anche la coscienza di un presente positivo che si realizza durante i raccolti.
Entriamo a Barcaglione per capire come si svolgono i lavori e quali novità si prospettano nel quadro formativo dell’istituto.
L’azienda agricola della casa di reclusione di Ancona
La casa di reclusione Barcaglione di Ancona è stata favorevole ad attività legate all’agricoltura sin dalla sua apertura nel 2006.
Più di 10 anni fa c’era già la volontà di utilizzare gli 11 mila metri quadrati di terreno a disposizione della struttura per creare una vera e propria azienda agricola capace di produrre olio, miele, piante e ortaggi.
Un progetto virtuoso che sin dalle prime battute si è potuto avvalere della collaborazione e dell’appoggio di istituzioni comunali, provinciali e regionali, della facoltà di agraria di Ancona e dell’ASSAM (Agenzia Servizi al Settore Agroalimentare delle Marche): enti capaci di supportare l’iniziativa in maniera concreta e continuativa.
Ma come si è realizzato questo progetto? Per prima cosa è stato messo a dimora un uliveto nei terreni circostanti l’istituto ed è stato attivato un corso di apicoltura per la popolazione carceraria. Queste attività sono state le prime di una serie di proposte “green” all’interno della struttura, offerte formative che non avrebbero avuto luogo se non si fosse pensato che l’agricoltura ha effetti educativi concreti, sia nel quotidiano che in prospettiva al reinserimento in società.
Negli anni le proposte legate al verde all’interno del Barcaglione si sono moltiplicate fino alla svolta del 2014, quando il carcere ha iniziato a coltivare un orto sociale.
Con l’aiuto dei volontari della Coldiretti di Ancona, i 40 detenuti che hanno aderito all’iniziativa hanno iniziato a curare l’orto dell’istituto, gestire il verde della struttura e, dal 2015, svolgere servizio presso il birrificio interno.
30 quintali di verdura all’anno, una produzione di tutto rispetto per l’orto sociale!
Nei quattro anni di attività l’orto sociale nella casa di reclusione di Barcaglione ha prodotto molte più soddisfazioni che ortaggi. Non si pensi che siano stati con le mani in mano, le produzioni orticole sono state di ottima qualità, destinate com’erano alla cucina della mensa comune. Un po’ di cifre? Mediamente l’orto produce circa 30 quintali di verdura e 7 quintali di miele all’anno... mica male!
Il punto è che i risultati ottenuti sono stati eccellenti sotto tutti i punti di vista: produttivo, educativo, umano e sociale.
Le parti in causa sono entusiaste, dagli agronomi che seguono le attività e ai volontari di Federpensionati Coldiretti Ancona, dalle istituzioni ai detenuti.
Ad oggi le attività pratiche sono moltiplicate e i corsi di orticoltura, apicoltura, produzione birra e gestione dell’uliveto sempre più seguiti. Insomma, un successo!
Il lavoro a contatto con la natura è infatti uno strumento per permettere a queste persone di acquisire fiducia in sé e negli altri, di imparare nozioni professionali e far pratica con un lavoro manuale nell'ottica di un reinserimento in società. Come è accaduto a un ragazzo che, al termine del proprio percorso è stato assunto proprio dal birrificio che segue e sostiene le attività all’interno dell’istituto.
Nel 2017 i lavori si sono svolti regolarmente e l’orto di Barcaglione è stato scelto come location per la rassegna di poesia itinerante “La Punta della Lingua”. Per giorni, all’interno della struttura carceraria si sono avvicendati volti noti della letteratura e del poema. Fino all’evento finale, un “Poetry slam” in tutto e per tutto: una sfida a suon di rime e chiasmi che ha impegnato un gran numero di artisti della parola, tra cui si segnala la presenza di un detenuto.
È stata bella iniziativa, che ha permesso di aprire le porte del carcere al mondo esterno mettendo in comune un ambiente tanto utile quanto amato: l’orto sociale, che i recensori dell'evento hanno definito l’area del carcere di Barcaglione “più suggestiva” dell’intera manifestazione.
Pollaio e allevamento di capre nel futuro delle carceri delle Marche
Le iniziative dell’orto sociale della casa di reclusione di Ancona hanno dimostrato che l’agricoltura ha effetti estremamente positivi sulle persone, un po’ come è già capitato all'orto dell'Ospedale di Modica.
Ecco perché a fine 2017 la Regione Marche e il Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria Emilia Romagna - Marche hanno deciso di estendere le iniziative agricole anche nei carceri di Montacuto e Ascoli Piceno.
L’azienda agricola di Barcaglione avrà due alleate, a formare un centro produttivo multifunzionale e organizzato.
Le singole attività produttive verranno suddivise tra le varie strutture in maniera tale che Barcaglione rimanga punto di riferimento per quel che riguarda il vivaismo in serra, l’olivicoltura e la produzione di birra artigianale; Montacuto seguirà invece la vitivinicoltura mentre ad Ascoli Piceno si punterà sia sulle vigne che sugli ulivi.
Ma le proposte non si fermano qui: oltre all’apicoltura ci si sta organizzando per aprire un pollaio e un allevamento di ovini per la produzione di formaggio caprino.