A fine febbraio comincia la coltivazione dello scalogno, un parente stretto estremamente gustoso di cipolla e aglio.
È sicuramente una pianta facile da gestire, senza particolari necessità, ecco perchè può crescere senza problemi negli orti dei principianti, ma anche dei più esperti. Quando marzo è alle porte, è tempo di mettere a dimora i bulbi: curiosi di scoprire qualche trucco utile per coltivare lo scalogno?
Eccone alcuni!
Lo scalogno, senza fiori si propaga solo tramite bulbo
Lo scalogno (Allium ascalonicum) è un ortaggio appartenente alla famiglia delle Liliaceae, alla pari di cipolla, aglio e porro. Raggiunge l’Europa in epoca romana grazie alle popolazioni che migrano dall’Asia centrale ma lo la pianta che conosciamo oggi è una specie la cui diffusione europea si deve ai crociati di ritorno dalla Terra santa.
Pianta erbacea molto rustica, non ha particolari esigenze climatiche ma, stranamente, non emette fiori o li emette sterili, per conseguenza può essere propagato solo tramite i suoi bulbi.
Una pianta rustica che produce in 4 mesi
La coltivazione dello scalogno comincia con la messa a terra dei bulbi, da effettuarsi tra febbraio e marzo in Nord Italia, e prima dell’inverno nelle zone a clima più mite.
Questo ortaggio ha bisogno di crescere in piena luce del sole e, pur adattandosi alla maggior parte dei suoli, richiede terreni ben lavorati in cui non si verificano fenomeni di ristagno idrico.
- La messa a dimora va effettuata su righe distanziate tra loro di circa 30 cm, mentre sulla fila è opportuno sistemare un bulbo ogni 15 cm.
- Irrigate nel caso di prolungati periodi di siccità ed eliminate le erbacce a mano per evitare di danneggiare le radici superficiali della pianta.
- La raccolta comincia circa 4 mesi dopo la semina, in linea di massima tra fine giugno e inizio luglio, quando le foglie della pianta iniziano a ingiallire: recuperate dal terreno i bulbi estirpando la pianta con una forca.
Ingrediente duttile e molto usato
Lo scalogno è un ingrediente molto apprezzato in cucina, sia per la sua capacità di essere conservato con facilità sia per il suo sapore unico, che è più forte e aromatico di quello della cipolla ma meno intenso di quello dell’aglio.
Utilizzato principalmente come sostituto della cipolla, lo si usa per preparare dei soffritti, basi per altre portate più complesse, frittate, come abbinamento a piatti di pesce (ad esempio la pasta alla scoglio), carni bianche (pollo e tacchino in primis) oppure per preparare sottoli o sottaceti.
Disinfettante, antimicotico e antinfiammatorio naturale
Lo scalogno, come abbiamo anticipato, appartiene alla famiglia delle Liliaceae e, oltre a caratteri estetici tipici, possiede tutte le proprietà positive che caratterizzano questo gruppo di piante.
Studiate da molto tempo, le Liliaceae hanno confermato importanti qualità disinfettanti, antimicrobiche e antinfiammatorie. In particolare questo ortaggio contiene buone concentrazioni di solfuro di allile, composto capace di difendere e disinfettare l’intestino portando a un miglioramento generale della digestione.
L’allicina, sostanza che si forma quando si preme o si tagliano le Liliaceae, è un importante regolatore della pressione e della diuresi, oltre ad essere un ottimo antiossidante e antinfiammatorio.
Queste sostanze sono tanto utili quanto… olenti. Sono loro infatti che causano l’alito pesante ma, pensateci bene, riuscireste veramente a fare a meno dello scalogno in cucina?
Se come noi proprio non ce la fate, combattete questi spiacevoli effetti collaterali consumando subito dopo il pasto menta, basilico o prezzemolo freschi: eliminerete quel sapore acre e intenso dalla vostra bocca e al contempo aumenterete ulteriormente le difese del cavo orale.