Orti, bambini e Terra dei Fuochi: così si coltiva speranza

Orti, bambini e Terra dei Fuochi: così si coltiva speranza

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Orti e compostiere per i bambini della Terra dei Fuochi: la sfida che coltiva speranza.

Tutti conosciamo la Terra dei Fuochi, uno dei luoghi più “discussi” d’Italia, un’area decisamente compromessa sotto il profilo ambientale a causa dell’elevato tasso di inquinamento.

Eppure anche in questa terra è possibile coltivare orti, ma soprattutto speranze. Ce lo dimostrano le compostiere dei ragazzi delle scuole e i loro orti sinergici, realizzati grazie all’iniziativa di Piero Napolano e dell’associazione Set Me Free.

Agricoltura sinergica: l'idea

Piero è un agricoltore bio, ha una sua azienda che produce frutta e verdura biologica ed è un esperto di agricoltura sinergica e permacultura. Insieme a Set me Free, ha deciso di mettere a disposizione dei bambini della Terra dei Fuochi le sue conoscenze e il suo entusiasmo. L’obiettivo? Lo stesso di Giacomino Fontanel, volontario a Napoli: quello di diffondere l’amore per l’agricoltura e il lavoro della terra, intesi come attività rispettose nei confronti della natura. Un compito difficoltoso per Piero, che però ha potuto contare su una grande risorsa, i bambini delle scuole.

È lo stesso Piero a sottolineare questo aspetto: “I bambini rispondono con grande entusiasmo. È sorprendente la loro voglia di imparare e di fare qualcosa per la propria terra. E i ragazzi diversamente abili, lavorando la terra, stanno riscoprendo il piacere dei sensi.”

Obiettivo: migliorare la qualità di vita

L’altro protagonista del progetto, l’Associazione Set Me Free, è un gruppo di psicologi e operatori sociali, che opera sul territorio con l’obiettivo migliorare la qualità di vita, promuovere benessere psicologico e prevenire il disagio individuale e relazionale.

Il loro apporto è stato importante per Piero Napolano, in quanto nei primi tempi, le avversità alla realizzazione del progetto non erano poche: “All’inizio abbiamo incontrato resistenze di diversa natura, sia da parte delle scuole, che non sempre hanno fondi per finanziare i progetti, sia da parte dei Comuni, spesso poco sensibili a queste iniziative, fino ad arrivare ai cittadini, convinti che una compostiera attiri topi ed emani cattivi odori”.

Nonostante ciò l’iniziativa è riuscita a prendere piede, con successo, nelle scuole di Gragnano e Marano fino ad arrivare al comune di Giugliano, sempre in provincia di Napoli.

Le attività spaziano ora tra l’insegnamento dell’agricoltura sinergica ai ragazzi più grandi, a quello della realizzazione delle compostiere e delle tecniche base di coltivazione ai più piccoli. Non è contemplato, naturalmente, l’uso di pesticidi o altri prodotti chimici. L’attenzione, oltre che alla  pratica di coltivazione, è anche rivolta ad una diversa visione del lavoro della terra, più tendente a valorizzare princìpi come la filiera corta e il rispetto della natura.

Princìpi che, Terra dei Fuochi o meno, dovrebbero essere difesi e promossi ovunque.

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