A San Sperate, in Sardegna c’è un orto di 3000 metri quadri diverso da tutti gli altri, dove si incontrano culture, speranze e linguaggi. Da quasi un anno nel cuore della pianura del Campidano, pomodori, melanzane e zucchine crescono rigogliose grazie al lavoro congiunto di abitanti del posto e immigrati africani.
Autoproduzione e consumo sostenibile
Tutto è stato possibile grazie al lavoro di Massimo Planta, fondatore di Terre Colte, un’associazione di promozione sociale e culturale che ha come obiettivi lo stimolo al riuso delle terre abbandonate, la proposta di idee per l'occupazione e la creazione di redditi alternativi, l’autoproduzione e il consumo sostenibile.
Tutti questi aspetti si palesano nella Fattoria Giulia, la residenza di San Sperate dove vengono ospitati fino a quaranta orti dati in concessione a orticoltori di ogni tipo.
Ogni appezzamento di circa 50 metri quadri ha un titolare che può prendersene cura in qualsiasi momento della giornata. Tra questi orti ce n’è uno molto particolare, un progetto sviluppato all’interno della Fattoria Giulia: nei 100 metri quadri dedicati all'iniziativa gli ortaggi vengono coltivati sinergicamente da sardi e africani richiedenti asilo nella provincia di Cagliari.
Il progetto Terra e Coesione
Il progetto in questione si chiama Terra e coesione, a cura dell’associazione La rosa roja e del forum di cui fa parte, il ForumSad.
L’iniziativa permette ai soggetti coinvolti di godere di tutti i benefici derivanti dal lavoro della terra, dal contatto con la natura, nonchè dall’interscambio culturale tra autoctoni e immigrati.
Molti africani riescono in questo contesto a migliorare l'italiano, ricambiando con preziose nozioni di francese o con consigli e trucchi sui metodi di coltivazione. Le storie sono molte e si intrecciano con i filari di pomodori e le arature riservate ai tuberi, in un’area dove le famiglie si rilassano al contatto con la natura, conoscendo allo stesso tempo altre realtà e culture.
Lo scopo dell’attività orticolturale può infatti variare da persona a persona: per alcuni è un impegno vero e proprio, per altri un modo di rilassarsi e trascorrere del tempo. In tutti i casi si rivela tuttavia un’attività dalle grandi potenzialità sociali, che qui, alla Fattoria Giulia, vengono sfruttate a pieno. Potete scommetterci.
Foto credits: Associazione Terre Colte