L’arachide è una pianta molto particolare perché i suoi fiori gialli diventano frutto solo dopo aver passato un periodo sottoterra. Questa specie originaria del Sud America può essere coltivata senza problemi anche in italia: seguite i nostri consigli e coltivate l’arachide nell’orto di casa!
L’arachide, una pianta coltivata che non esiste in natura
L’arachide (Arachis hypogaea) è una pianta originaria del Sud America di cui non esistono tracce in natura, molto probabilmente perché è nata in tempi antichi da un’ibridazione veicolata dall’uomo. Una specie, quindi, che ha raggiunto i giorni nostri grazie agli agricoltori che l’hanno coltivata di stagione in stagione, anno dopo anno.
- Si tratta di un piccolo cespuglietto alto poco più di 50 cm e caratterizzato da moltissimi steli che, all’apice, portano foglioline composte.
- L’arachide ha una fioritura gialla che continua per tutta la stagione calda; i fiori nascono all’ascella delle foglie e quando sono pronti per produrre frutto, la pianta piega gli steli e interra i fiori.
- Questa particolarità permette all’arachide di sviluppare il frutto che ben conosciamo sotto la superficie del suolo, a debito riparo da molte avversità.
- È una specie rustica, capace di sopravvivere in molti suoli e in ambienti differenti, purché il clima risulti mite: ha bisogno di almeno 15° C per germinare e di temperature superiori ai 22 °C per fiorire e produrre frutta.
- Seppur viva in qualsiasi tipologia di terreno, è meglio sistemarlo in suoli sciolti e profondi, di modo che il substrato non opponga resistenza, né ai fiori intenti a penetrare nel suolo né all’agricoltore durante la raccolta.
L’arachide interra i suoi fiori per produrre i frutti
Coltivare l’arachide è molto semplice, specie se avete la fortuna di trovarvi in un ambiente capace di soddisfare le necessità dei vegetali.
- Lavorate il terreno a 30 cm - 40 cm di profondità, successivamente livellatelo a dovere, certi che non ci siano avvallamenti o buche che creino zone in cui l’acqua possa ristagnare.
- Per procurarvi i semi di arachide non dovrete far altro che recuperarli all’interno di un baccello acquistato come frutta secca; ma state attenti a non danneggiare la pellicina rossastra (tegumento per gli esperti) posta attorno ad essi.
- La semina dell’arachide si effettua ad aprile in ambienti miti, a maggio nelle zone caratterizzate da un clima più fresco.
- Sistemate la semente in buchette scavate lungo una fila e poste a 20 cm di distanza l’una dall’altra; se avete intenzione di realizzare più file, distanziatele tra loro di circa 50 cm - 60 cm.
- Successivamente non dovrete far altro che mantenere pulito il terreno tra le piantine dato che l’arachide è molto sensibile alla competizione con altri vegetali.
- Oltre a ciò non vi rimarrà che annaffiare, ma solo se la stagione è particolarmente secca, e rincalzare i vegetali apportando delicatamente terra alla base dei vegetali dopo che la pianta avrà interrato i suoi fiori.
La raccolta delle arachidi avviene intorno a inizio autunno, quando le foglie più grandi delle piante ingialliscono e la vegetazione comincia a seccare: un segnale inequivocabile sia per questa coltura che per quella di topinambur.
Prima di raccogliere, vi consigliamo di assaggiare un baccello recuperato a mano: se i semi al suo interno sono appetibili e di buone dimensioni, cominciate a scalzare le piante dal terreno con l’aiuto di una forca.
Terminato il raccolto, si passa all’asciugatura:
- sistemate i baccelli in un ambiente fresco e ventilato
- la scelta migliore è quella di sistemare il raccolto su di una rete a maglia fina mantenuta a debita distanza dal suolo
- di tanto in tanto rigirate i baccelli per permettere un’asciugatura omogenea
- ripulite i baccelli dalla terra
- eliminate le arachidi con guscio malformato, danneggiato o malato
- attendete la completa asciugatura
Al termine di questa lavorazione, le arachidi possono essere conservate per mesi così da poterle assaporare al momento opportuno; vi basterà sistemarle in un sacchetto di carta per alimenti da riporre in credenza.
Le arachidi sono essenziali in molte cucine internazionali
Le arachidi in Italia sono consumate come frutta secca.
Le si può acquistare in baccelli oppure sgusciate, tostate e salate di modo che siano pronte all’uso, come fossero uno snack.
Ma con questi semi si possono preparare delle barrette dolci, basta mescolarle con del cioccolato: non dovrete far altro che preparare il composto, distenderlo su una placca e attendere che si raffreddi per dividerlo in porzioni.
- In India questo tipo di preparazione va per la maggiore dato che è la base per produrre un dolce tipico, il chikki: la lavorazione rimane la stessa ma si sostituisce il cioccolato con il jeggery, un particolare zucchero non raffinato. Le arachidi vengono usate anche per produrre un olio da frittura molto utilizzato: il punto di fumo elevato e il sapore neutro, lo rendono perfetto per questo tipo di cottura. Noi vi consigliamo di cucinare le frittelle di mais e salvia: senza questo specifico olio, il risultato finale non sarà lo stesso… provare per credere!
Se nella cucina italiana le arachidi hanno un ruolo parziale, all’estero sono ingrediente fondamentale di molte preparazioni, anche tradizionali.
- Oltre al chikki, anche il piatto tipico della Thailandia prevede l’uso di questi semi: non ci sarebbe nessun pad thai se tra un gamberetto e uno spaghetto di riso non si trovasse un’arachide da sgranocchiare.
- Per non parlare degli U.S.A., basti pensare al famoso burro d’arachidi, un prodotto che non può mancare nelle credenze degli americani e che viene utilizzato in abbinata ad una confettura di mirtilli per preparare il “Peanut butter and jelly sandwich”, un panino statunitense tradizionale.
- Anche in Messico le arachidi vengono usate in molti piatti, in particolare per preparare il pollo in salsa di arachidi e il Pipian, un particolare mole (salsa tipica messicana composta da diverse varietà di peperoncini piccanti) che accompagna le carni bianche.