La noce pecan è un tipo di frutta secca, e più concretamente il seme contenuto nel frutto prodotto dall’omonimo albero. Si tratta di una pianta imponente di origine americana, caratterizzata da una rusticità tale da consentirle di essere coltivata senza difficoltà anche in Italia.
I suoi frutti sono buonissimi e la longevità dell’albero assicura una produzione prolungata che in alcuni casi supera i 100 anni.
Il vostro giardino ha bisogno di un bell'albero capace di assicurare ombra d’estate e frutta in inverno? Il pecan è quel che fa per voi, venite a scoprire il perché!
I nativi americani furono i primi ad assaporarle
Il pecan (Carya illinoensis) è un albero di origine americana ascrivibile alla famiglia delle Juglandaceae, la stessa a cui appartiene anche il noce che coltiviamo comunemente in Italia.
Oltre oceano i nativi americani assaporavano le drupe prodotte da questa pianta ancor prima dell’avvento degli europei; tanto che il termine “pecan” deriva proprio dalla loro lingua e significa letteralmente “nocciola che ha bisogno di una roccia per essere rotta”.
Si presenta come un albero imponente con vegetazione di color verde brillante e in ambienti votati, il fusto può superare i 2 metri di diametro e i 20 metri d’altezza.
È una specie monoica, ciò significa che presenta sulla stessa pianta sia fiori femminili, posti all’apice dei rami dell’anno, sia quelli maschili, raccolti in infiorescenze gialle definiti amenti, simili in tutto per tutto a quelli del “nostro” albero di noci. Il pecan può produrre frutta anche in solitaria ma per esser sicuri di raccogliere, è sempre meglio piantare due varietà differenti a poca distanza l’uno dall’altra.
Facile da coltivare, si raccoglie come il noce comune
L’albero di pecan è una specie rustica che può essere coltivata anche in Italia. Purtroppo questa pianta ha bisogno di un clima mite per poter produrre, tanto che:
- al Nord la si tratta come fosse una semplice ornamentale;
- nel centro-Sud Italia, dimostra tutta la sua produttività.
In generale la pianta si adatta senza problemi a gran parte dei terreni che non presentano ristagno idrico, ma vien meglio in suoli profondi, ben drenati e ricchi di sostanza organica.
Il trapianto delle piante va effettuato prima dell’arrivo della primavera, quando sono ancora in riposo vegetativo e in particolare:
- va posto in una buca di almeno 60 cm di lato, distanziandolo di almeno 8 metri dal vegetale più vicino, per evitare che i due entrino in competizione per i nutrienti.
- va seguito senza particolari attenzioni, anche le potature non sono necessarie perché la produzione risulta ottima lasciandolo crescere secondo il suo portamento naturale. Anzi, potature eccessive creano molti problemi;
- tra gennaio e marzo accorcerete i rami troppo lunghi se e solo se strettamente necessario a mantenere la forma naturale dell’albero.
Altri interventi di supporto allo sviluppo della vegetazione e dei frutti non sono necessari, se non l’irrigazione, che deve essere costante nei mesi successivi al trapianto e durante le stagioni in cui le piogge scarseggiano.
La raccolta delle noci pecan è scalare, comincia in ottobre e dura fino a novembre. Consiste nel recuperare dal suolo i frutti maturi perché questi, una volta raggiunta la maturazione, si dividono in 4 parti e si staccano dalla pianta.
Come si può capire, la frutta raggiungerà il suolo in momenti diversi e va recuperata in più passaggi ravvicinati, un po’ come accade nella raccolta delle noci comuni.
La noce pecan è un seme, non un frutto
La noce pecan fa parte di quei frutti considerati, in modo scorretto, come frutta secca. Ciò è dovuto al fatto che la noce pecan è, alla pari di mandorle e nocciole, un seme e non un frutto vero e proprio.
Ma allora, perché essiccare la noce pecan? La risposta è semplice, questo seme è composto al 75% da olii che, se conservati male, tendono a irrancidire rendendo immangiabile il prodotto.
Una volta ben essiccate, possono essere conservate a 20 °C circa per più di sei, periodo nel quale potrete sbizzarrirvi in cucina con questo ingrediente.
Le noci pecan possono infatti essere usate in alternativa alle noci comuni; quindi non potete far altro che cominciare a sperimentare tra i fornelli.
Provate a preparare:
- una salsa alle noci pecan per condire la pasta;
- una “zuppa castagne e noci”;
- delle insalatone fanno la loro bella figura;
- delle torte, biscotti, dolci al cucchiaio.
Le noci pecan possono essere usate come ingrediente principale o come semplici, ma buonissime, guarnizioni per le torte: il risultato è sempre ottimo, da leccarsi i baffi.
Tra tutte le preparazioni dolciarie che potremmo citare, la “pecan pie” ha di certo la priorità. Questa torta tradizionale del Sud degli Usa è una bontà unica; si tratta di un dolce preparato farcendo di melassa (o sciroppo di mais) e noci pecan un fondo di pasta frolla. Una vera e propria delizia da servire accompagnata da panna montata, l’ideale per recuperare le forze in una fredda giornata d’inverno.
Buone e salutari! Cosa chiedere di più alle noci pecan?
La noce pecan è tanto buona quanto nutriente, pensate che ogni 100 grammi di gheriglio il corpo assume 700 Kilocalorie: addirittura più di quel che apporta la normale noce (689 Kcal) e di certo molte più calorie di quante non siano capaci di donare i pinoli (595 Kcal).
Insomma, moderare il consumo di pecan a qualche “frutto” al giorno non è male, anzi: con un contenuto calorico di questo tipo bisogna tenere a freno la propria golosità.
Fortunatamente gran parte degli olii di cui è composto il gheriglio di pecan svolgono azioni dai risvolti più che positivi sul corpo umano: hanno un effetto antiossidante e quindi antitumorale, diminuiscono il colesterolo e la formazione di calcoli. Senza contare l’elevata presenza di fibre (capaci di favorire le funzionalità dell’intestino), ferro, potassio e vitamine A, B, C e E.
Insomma, dentro la piccola noce pecan c’è un mondo di nutrienti pronti a migliorare la salute del vostro corpo; perché non assaggiarla in occasione delle feste natalizie?