La noce moscata è una tra le spezie più conosciute e utilizzate in cucina ma in pochi ne conoscono le origini tropicali.
Da oltre 400 anni sulle tavole europee, questo aroma proveniente dalle “Indie” costituisce un ingrediente essenziale per molte preparazioni culinarie fondamentali.
Conosciamo meglio la noce moscata scoprendone le origini, gli utilizzi e le sue qualità benefiche.
Noce moscata: un albero da record
La noce moscata che utilizziamo in cucina, altro non è che il seme essiccato dal frutto di Myristica fragrans, un albero che cresce solamente nelle zone del Mondo comprese tra i tropici.
Questa specie sempreverde, infatti, ha bisogno di molto caldo, umidità e molto sole per poter sopravvivere e produrre frutta. Seppur alle nostre latitudini sia molto difficile coltivarla, nelle sue zone d’origine fiorisce e produce frutta per ben 3 volte all’anno offrendo ogni volta raccolti abbondanti.
L’albero della noce moscata è una pianta imponente e longeva che supera agevolmente i 10 - 15 m di altezza e che presenta una vegetazione persistente composta da foglie di un verde opaco e lucido. Propagato per seme o per talea, prima di divenire produttivo può impiegare anche 10 anni, periodo nel quale il vegetale raggiunge la maturità.
Dopo tutta questa attesa, l’albero regalerà almeno 1500 frutti all’anno per i prossimi 70 anni, offrendo un’ottima ricompensa per la pazienza ai suoi coltivatori.
Una volta raccolti a mano, i frutti vengono lavorati: la polpa viene usata per preparare marmellate, il tegumento rosso che avvolge il seme diviene la spezia conosciuta come macis mentre il seme stesso viene messo a essiccare.
Una volta persa l’umidità in eccesso, la noce moscata è pronta per insaporire piatti e portate di tutti i tipi.
Le origini e gli usi antichissimi della noce moscata
Oggi come una volta, la noce moscata viene utilizzata in cucina per donare sapore e aroma a moltissime preparazioni fondamentali e ricette tipiche.
Le sue origini si perdono in Indonesia, dove la noce moscata veniva utilizzata come alimento sin dal 2500 a.C.; in Europa, invece, arriva intorno al 1500 ma è a fine 1700 che la spezia inizia a spopolare nelle cucine dei nobili dell’epoca. Ingrediente dotato da sempre di un sapore unico, viene usato sia in preparazioni culinarie fondamentali che come aroma da aggiungere ai piatti secondo fantasia.
Non c’è vera besciamella se non manca la noce moscata, come pure risulta necessaria quando si prepara il purè di patate, l’impasto per le crocchette o si sta cucinando il soufflè di patate.
Se a Natale è tra gli aromi che si usano quando si impastano i tradizionali dolci speziati, come la torta di mele, lo strudel o il pan di zenzero; durante il resto dell’anno la noce moscata è quel pizzico di fantasia che dona qualcosa in più alle portate.
Non limitate la vostra creatività in cucina e provate la noce moscata nei vostri piatti preferiti; sta benissimo in abbinata agli ortaggi e ai formaggi, ad esempio vi riportiamo la ricetta della quiche di verdure miste e groviera, la parmigiana di patate, cannelloni ricotta e spinaci, flan di carote e gran mix di verdure e chi più ne ha più ne metta.
E voi dove osate con noce moscata? Qual è la ricetta in cui non potete proprio rinunciare a questa spezia?
Proprietà e controindicazioni della noce moscata
Per secoli le proprietà della noce moscata hanno aggiunto valore a una spezia già molto rinomata e utilizzata.
In epoca moderna molti studiosi hanno cercato di scoprire i benefici della noce moscata, dovendo però arrendersi alla realtà dei fatti: fa bene ma solo se consumata in minime quantità, a meno che non si vuol rischiare di subire le controindicazioni della noce moscata.
Questa spezia infatti ha la capacità di regolare la digestione e l’intestino, limitando disturbi come il meteorismo, la flatulenza e la diarrea.
Dotata anche di blande capacità antisettiche e sedative, la noce moscata risulta estremamente tossica se consumata in gran quantità, specie se l’individuo è sottoposto a una cura a base di psicofarmaci o si tratta di una donna incinta.
Elevate dosi di noce moscata, infatti, provocano spossamento, vomito e febbri oltre a stati di agitazione indotta molto dannosi per l’organismo che possono sfociare in veri e propri disturbi psichici prolungati nel tempo.