Corbezzolo: un arbusto colorato dal frutto buonissimo

Corbezzolo: un arbusto colorato dal frutto buonissimo

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Porta in tavola i frutti speciali del corbezzolo, scopri tutti i consigli e le curiosità per coltivare l’Albero Italia!

Il corbezzolo è un arbusto di origine europea appartenente alla famiglia delle Ericaceae e spesso utilizzato in giardino come pianta ornamentale. Soprannominato “Albero Italia”,  è dotato di indiscutibili qualità estetiche e di frutti edibili di cui pochi conoscono la bontà.

Scopriamo questa pianta rustica che cresce un po’ in tutta la Penisola e assaggiamo insieme i suoi frutti, tanto affascinanti quanto gustosi. 

L'arbusto che ha dato il nome al Monte Conero

Corbezzolo, arbusto che ha dato il nome al Monte ConeroIl corbezzolo (Arbutus unedo) è un arbusto cespuglioso rustico tipico della macchia mediterranea; anche in Italia è possibile trovarne allo stato naturale, specie al Sud e al Centro dove il clima è meno rigido.

È una pianta che ha caratterizzato da sempre il paesaggio del nostro Paese, tanto che gli aneddoti italiani sul corbezzolo sono moltissimi. A partire dal suo nome scientifico “Arbutus unedo”: se “Arbutus” richiama un termine che definisce il gusto asprognolo delle corbezzole, “unedo” deriva dal latino “unum edo” e traducibile in “ne mangio uno”. Questa la definizione data da Plinio il Vecchio, che intorno al 50 a.C. ne consigliava un uso moderato, dato il sapore, a suo modo di vedere, non molto piacevole.

Nei paragrafi successivi parleremo ancora dei gusti dello studioso dell’antica Roma, nel frattempo ci spostiamo nei boschi di corbezzolo sul Monte Conero, in provincia di Ancona.
È curioso sapere che questo importante promontorio dell’Appennino Umbro-Marchigiano deve il suo nome proprio al corbezzolo: “Conero” deriva dal greco antico “komaros”, termine che non ha altra traduzione che “Corbezzolo”, e significa letteralmente “Monte dei corbezzoli”.

Albero Italia, un soprannome più che meritato

Corbezzolo in giardino o nel frutteto

Questa specie cresce in natura ma può essere coltivata con facilità anche in giardino o in frutteto.

Molto longevo e caratterizzato da una crescita rapida, è una pianta bellissima capace di produrre frutti dal sapore particolare e ricercato e di dare brio agli spazi verdi con giochi di colore che durano tutto l’anno.

Il suo fogliame persistente dalle tonalità verde opaco fa da sfondo a fiori di color bianco e a bacche di un rosso acceso a maturazione avvenuta. Fiori e frutti che si mostrano in contemporanea dato che l’autunno coincide sia con il periodo di fioritura che con quello di maturazione delle corbezzole nate dai fiori dell’anno precedente.

Ed ecco che si colora un tricolore che ricorda la bandiera del nostro Paese, caratteristica che ha permesso al vegetale di guadagnarsi il nomignolo di “Albero Italia”!

Coltivare il corbezzolo? Chi ben comincia, è a metà dell’opera

Corbezzolo, come coltivarlo

Il corbezzolo è considerato un frutto dimenticato, perchè poco adatta alle produzioni di massa. In ogni caso, coltivarla non è difficile: è una pianta che preferisce terreni tendenzialmente acidi, con una buona dotazione di sostanza organica, ben drenati ma freschi.
Ama esposizioni soleggiate e resiste molto bene al freddo anche se negli ambienti più rigidi è meglio proteggerlo durante l’inverno, specie se si tratta di piante giovani (fino al terzo anno di età).
Coltivarlo è abbastanza semplice perchè:

  • dopo averlo messo a dimora in una posizione esente da ristagni idrici, non dovrete fare altro che esser sicuri che la pianta abbia abbastanza acqua durante i periodi caldi, ed il gioco è fatto!
  • Il corbezzolo non ha bisogno di molte cure per mantenersi bello e produttivo!
  • Dovrete solo eliminare i polloni che si formano alla base della pianta per evitare che possano sottrarre nutrienti ai rami principali e potate la pianta solo all’occorrenza, in primavera o in autunno, stando molto attenti ad asportare solamente i rami privi di fiori, danneggiati o malati.

Miele, ma non solo

Bacche di corbezzolo

Il frutto del corbezzolo è una bacca tonda di color rosso acceso che presenza delle escrescenze in tutta la superficie esterna.

La sua polpa è gialla e il suo sapore leggermente acido ma piacevole, di sicuro un sapore che non si è più abituati ad assaggiare.
Le corbezzole, infatti, sono sempre state consumate in Italia, tanto che molti dialetti hanno termini utilizzati per definire questo frutto, come, ad esempio, albatre, lellarone (a Perugia) o albastro. 
Si consumano fresche, come sempre la scelta migliore per mantenere intatte le qualità benefiche che il frutto esplica sull’organismo, ma si possono anche conservare sotto spirito oppure candite.

In Sardegna e in Liguria c’è pure chi prepara un liquore speciale usando proprio le bacche di corbezzolo come ingrediente fondamentale.
Infine non si può ricordare che i fiori di corbezzolo attraggono le api per il sapore del loro nettare, le quali ringraziano preparando uno dei mieli più particolari e apprezzati nel panorama italiano: il famoso miele di corbezzolo.

Le foglie di corbezzolo, vegetazione ricca di proprietà benefiche per l’organismo, sono utilizzate per aromatizzare formaggi e migliorarne la conservazione.

Le qualità dei frutti e delle foglie di corbezzolo

Corbezzolo, utilissimo all'organismo

Il corbezzolo è una pianta capace di aiutare l’organismo a risolvere qualche problemino con i suoi frutti e pure con le sue foglie.

Le foglie hanno qualità antibatteriche e antinfimmatorie che esplicano in caso di colori nel tratto urogenitale, nell’intestino e nello stomaco.

Le corbezzole, invece, sono ricche di vitamina C, vitamina E e molti altri composti con qualità antiossidanti. Tuttavia la presenza di molte sostanze attive può causare dolori allo stomaco, ancor più fastidiosi se chi li subisce presenta intolleranze o ipersensibilità specifiche.
Ed ecco spiegato perché Plinio il Vecchio ha messo tutti in guardia considerando “unedo” (ne mangio uno) il corbezzolo: probabilmente non era il sapore del frutto a metterlo a disagio, ma un problema allo stomaco accentuato da ipersensibilità che l’antico studioso doveva subire ogni volta che assaporava una corbezzola.

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