Acetosella gialla, l’ingrediente alternativo al limone

Acetosella gialla, l’ingrediente alternativo al limone

Hai mai sentito parlare dell’acetosella gialla? È caratterizzata da foglie dal sapore acidulo, perfette come sostitute del limone. Scopri di più!

Avete mai sentito parlare dell’acetosella gialla? Potreste averla sentita nominare come Trifoglio giallo o Erba medica, ma nella sostanza poco cambia: è una specie erbacea di origine sudafricana molto diffusa nei prati o nei campi incolti. La sua peculiarità? Le sue foglie dal sapore acidulo possono essere utilizzate per insaporire le insalate e molti piatti della tradizione italiana, ecco perchè l’acetosella può essere considerata, a tutti gli effetti, un’ottima sostituta del classico limone.
Sono commestibili anche i suoi fiori? Sì, ma vengono spesso usati solo come guarnizione, per dare un tocco di colore alle ricette.
Ecco come reperire l’acetosella e utilizzarla in cucina.

Nelle insalate, nelle salse o nelle frittate: gli usi in cucina

Per l’estrema bellezza dei suoi fiori gialli, l’acetosella è nota principalmente come pianta ornamentale (e infestante), ma anche in cucina fa un gran figurone.
Il suo nome, che deriva dal termine acetum = aceto, vi suggerisce certamente il sapore che caratterizza le sue foglie: le note acidule ricordano molto quelle del limone, tanto che l’acetosella gialla può essere un’ottima sostituta di questo agrume. Ma come viene utilizzata in cucina?
Per gustarne a pieno il sapore, è preferibile consumarla fresca:

  • nelle insalate, per conferire struttura e sapore alle misticanze;
  • nelle torte salate o nelle frittate, per bilanciare il gusto dei formaggi e apportare
  • una nota lievemente acidula. Provatela anche nella ricetta con pecorino e verdure come sostituta dell’erba cipollina;
  • nelle minestre o nelle zuppe;
  • nelle salse, per esempio in quelle in cui è protagonista l’avocado;
  • dal succo delle sue foglie, è possibile ricavarne una centrifuga che non solo è dissetante, ma può essere molto utile in caso di bruciori di stomaco.

In erboristeria, invece, l’acetosella è impiegata esclusivamente essiccata e risulta particolarmente preziosa per la preparazione dei decotti: il loro potere è diuretico e astringente.
Che ve ne pare? In ogni caso, qualsiasi ricetta decidiate di preparare, ricordate che questa pianta è ricca di acido ossalico, quindi va consumata con parsimonia, poiché la sostanza, se assunta in dosi consistenti, risulta tossica.

Dove raccogliere l’acetosella gialla

L’acetosella è una specie erbacea che cresce tranquillamente allo stato spontaneo:

  • nei prati;
  • negli orti;
  • nei campi;
  • nei bordi delle strade;
  • nelle vigne;
  • nei margini dei boschi.

Si tratta di una pianta erbacea di ridotte dimensioni che presenta una rosetta di foglie basali e dei fusti alti al massimo 15 cm, questi portano all’apice 3 foglie a forma di cuore.
Queste foglie sono molto sensibili all’ambiente esterno e tendono a chiudersi su se stesse di notte e se il clima non è dei migliori, basta una pioggia abbondante o il caldo torrido estivo per vedere le foglie dell’acetosella accartocciarsi su se stesse in attesa di momenti migliori!
Escluse le foglie cuoriforme, l’acetosella è anche caratterizzata da una vegetazione ricoperta da peluria, qualità molto importante per identificare questo vegetale durante una passeggiata alla ricerca di piante spontanee commestibili.

Come coltivare l’acetosella gialla in casa

L’acetosella può anche essere coltivata mettendo a dimora le radici carnose delle piante in primavera: vi basterà recuperare un vegetale durante una scampagnata e interrarlo in terra, o ancor meglio, in vaso.
Questa pianta, infatti, tende a svilupparsi velocemente e tende ad infestare il terreno se si trova in ottime condizioni, la coltivazione in vaso permette di circoscrivere il suolo evitando questa inconvenienza.
Disponete in terra le radici di acetosella in un contenitore capiente, l’ideale è disporre la pianta in modo tale che il colletto (il punto in cui la vegetazione incontra le radici) sia disposto al livello del suolo. Sistemate il vaso in un luogo semiombreggiato e mantenete il suolo moderatamente umido fino a quando la pianta ricomincerà a crescere. D’ora in avanti non dovrete far altro che annaffiarla e raccoglierla fino a quando le temperature inizieranno a scendere. Durante l'inverno, infatti, la vegetazione dell’acetosella secca in modo del tutto naturale. Non disperate, non appena il suolo sarà privo di piante addizionate il terreno con un pugno di humus e attendete la primavera per veder rispuntare le vostre piantine.

Curiosità sulla “Bella addormentata”

Come molto spesso accade, piante, fiori e frutti dell’orto sono stati protagonisti di leggende popolari e storie senza tempo.
E anche l’acetosella gialla non è da meno, infatti:

  • Le sue foglie, ricche di vitamina C, trovavano largo impiego nella medicina popolare, in particolare sulle navi, come antiscorbutico.
  • In alcuni paesi del mondo, consumano anche le sue radici, non prima però di averle arrostite o lessate. In Perù, invece, prima di essere consumati, i bulbi vengono esposti al sole per un certo periodo di tempo, in modo che il loro sapore acido si attenui, risultando più gradevole.
  • Bella addormentata? Così la chiamano nei Paesi anglosassoni! Il motivo risiede nel fatto che le sue piccole foglie e infiorescenze, si richiudono su se stesse durante le ore più calde della giornata oppure quando si verificano precipitazioni consistenti.
  • Il suo nome botanico - “pes” = piede e “caprae” = di capra - molto probabilmente si riferisce alla forma dei suoi bulbi, che assomiglierebbero molto allo zoccolo delle capre.


Frittatina di verdure con pecorino ed erba cipollina
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