Dott.ssa Sara Simonetti
Medico Chirurgo
Master in Nutrizione ed educazione alla Salute
Ambulatorio Eubios – Bologna
Di origine mediterranea, la pianta del finocchio, il cui nome scientifico è “Foeniculum vulgare”, appartiene alla famiglia delle Ombrellifere. L’ortaggio che siamo soliti consumare e apprezzare è noto soprattutto per le sue proprietà digestive e il suo sapore aromatico, che ricorda vagamente quello dell’anice. Proprio per la sua caratteristica aromaticità, nell’antichità i tavernieri erano soliti aggiungere semi di finocchio al vino più scadente al fine di nasconderne ai compratori la mediocre qualità, da qui nasce il termine “infinocchiare”, come sinonimo di imbrogliare e raggirare.
Le varietà
Esistono due principali varietà di finocchio, quello selvatico che cresce in maniera spontanea e viene utilizzato prevalentemente come pianta aromatica e per i suoi semi, e quello dolce coltivato, che si caratterizza per un sapore decisamente meno pungente. Inoltre, si è soliti distinguere il finocchio in maschio o femmina, a seconda delle caratteristiche morfologiche del “grumolo”, ovvero la parte bianca, quella edibile: il maschio è più tondeggiante ed è più adatto a essere consumato crudo, mentre la femmina ha una forma più affusolata, allungata, ed è maggiormente indicata per essere consumata previa cottura.
Depurativo e drenante
Il finocchio è un importante alleato della nostra salute e del nostro benessere, grazie alle sue proprietà depurative e al contenuto di vitamine e minerali. Inoltre si caratterizza per un basso indice glicemico e ha un bassissimo apporto calorico (100g di finocchio contengono soltanto 9Kcal), che lo rende indicato anche per chi deve seguire un regime alimentare ipocalorico. È costituito per la quasi totalità da acqua (90% circa), caratteristica che gli conferisce l’azione drenante e depurativa; ha un alto contenuto di fibra (circa il 3%) che, oltre ad aumentare il senso di sazietà, favorisce il transito intestinale e l’eliminazione delle tossine e in più lo rende un ottimo spezza-fame, mentre risulta praticamente privo di grassi.
Il contenuto di fibra e la pressoché totale assenza di grassi fanno sì che il finocchio svolga un ruolo protettivo dal punto di vista cardiovascolare, poiché contribuisce a regolare e ridurre i livelli di colesterolo nel sangue.
Ricco di minerali
Questo ortaggio è ricco di diversi minerali, in particolare il potassio che contribuisce a regolare i livelli di pressione arteriosa; contiene anche calcio e fosforo che aiutano a rafforzare il tessuto osseo e conseguentemente a prevenire alcune patologie, come l’Osteoporosi. Buono risulta anche l’apporto di ferro, rappresentando così un valido aiuto nel contrastare gli stati anemici, specie nelle persone che non assumono carne. È altresì ricco di magnesio, minerale essenziale per il buon funzionamento di tutti gli apparati del nostro organismo, e molto utile in caso di spossatezza e affaticamento muscolare.
L’apporto vitaminico
Tra le vitamine contenute nel finocchio, ritroviamo principalmente la vitamina C che favorisce l’aumento delle difese immunitarie, oltre a essere coinvolta nella sintesi del collagene. Il finocchio è ricco di vitamina A, sostanza fondamentale per la vista e particolarmente importante per la salute della retina, nonché per la salute delle ossa e della pelle.
Favorisce la digestione
Tra i numerosi responsabili degli effetti benefici del finocchio c’è l’anetolo, un olio essenziale che viene utilizzato anche nella preparazione di alcuni digestivi. Questa sostanza, infatti, è in grado di agire sulle contrazioni addominali e di favorire l’eliminazione dei gas intestinali, per questo motivo bere una tisana a base di finocchio a fine pasto aiuta la digestione ed evita il fastidioso gonfiore addominale. Al finocchio viene anche attribuita un’azione mucolitica, in particolare l’anetolo sarebbe in grado di inibire l’azione delle ghiandole mucipare dell’apparato respiratorio, ostacolando, quindi, la produzione di catarro. In quest’ambito, può essere utilizzato sotto forma di olio essenziale per via orale o, in alternativa, può essere assunto in forma di infuso ottenuto dai semi freschi.
Ottimo antiossidante
Il finocchio può vantare un ottimo apporto di polifenoli, sostanze antiossidanti in grado di contrastare l’azione dei radicali liberi e dunque l’invecchiamento cellulare; tra queste, ricordiamo in particolare la quercitina e l’apigenina, sostanze dalle riconosciute proprietà antitumorali e in grado, tra l’altro, di contrastare la mutagenesi indotta dalle radiazioni solari.
Da citare inoltre il contenuto di acido rosmarinico, che svolge un ruolo protettivo della funzionalità del fegato poiché, stimolando gli enzimi responsabili del processo di depurazione, aiuta le cellule del fegato a eliminare sostanze tossiche e/o nocive. Un consumo regolare di finocchio può dunque migliorare la funzionalità del fegato.
Attenua i disturbi
In ambito fitoterapico, il finocchio può infine essere considerato un valido alleato della salute femminile, specie nel periodo della menopausa, poiché il suo contenuto di fitroestrogeni (sostanze che mimano l’azione degli estrogeni, gli ormoni femminili) aiuta a ridurre i tipici sintomi di questo periodo, quali vampate, insonnia, irrequietezza, ansia e secchezza vaginale. In una sperimentazione condotta in Iran, sono state reclutate 79 donne tra i 45 e i 60 anni; a un gruppo venivano somministrati 100mg di estratto di finocchio due volte al giorno per otto settimane, mentre un secondo gruppo ha assunto un placebo. I disturbi tipici della menopausa sono stati poi valutati a quattro, otto e dieci settimane dall’inizio della sperimentazione. Ebbene, il gruppo che aveva assunto l’estratto di finocchio riferiva una riduzione dei disturbi quali, vampate, sudorazione, irritabilità e secchezza vaginale, senza accusare particolari effetti collaterali. Si tratta di un piccolo studio, che necessita di un approfondimento attraverso uno studio randomizzato più ampio e duraturo, in modo tale da individuare con precisione sia i benefici che gli eventuali effetti collaterali, qualora ce ne fossero, di un’assunzione nel lungo periodo. Sempre per il suo contenuto di fitoestrogeni, il finocchio può aiutare a regolarizzare il ciclo mestruale nelle donne in età fertile e a ridurre i disturbi che spesso precedono o accompagnano il ciclo.
Favorisce l’allattamento
Al finocchio è attribuito anche un effetto stimolante la produzione di latte nelle neo-mamme. Per secoli, infatti, è stato utilizzato come metodo naturale per favorire l’allattamento al seno. Inoltre, la sua nota azione spasmolitica, ne ha fatto uno dei rimedi più utilizzati per contrastare le frequenti e fastidiose coliche gassose tipiche dei primi mesi di vita. Per questo motivo, frequentemente viene consigliato alla madre di bere una tisana al finocchio dopo ogni “poppata”, in questo modo i principi attivi di questa pianta possono concentrarsi nel latte materno e alla successiva nutrizione possono essere assunti dal bambino al fine di favorire la digestione; in particolare, favorisce anche l’eliminazione dell’aria ingerita durante la suzione.
Attenzione ai semi di finocchio
È bene specificare che i semi di finocchio, pur nella loro ricchezza di sostanze benefiche, contengono altresì l’estragolo, sostanza definita dall’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) potenzialmente pericolosa, quando assunta in dosi elevate durante la gravidanza e l’allattamento, per tale motivo si sconsiglia di assumere grandi quantità di semi di finocchio sotto forma di decotti o infusi, soprattutto alle future mamme e ai bambini sotto i 4 anni di età.
Dalla scelta al consumo
Il consiglio principale è quello di scegliere finocchi di un colore bianco brillante che abbiano foglie carnose e tenere. Quando è fresco, il finocchio risulta croccante e si spezza alla pressione, senza piegarsi o risultare eccessivamente molle. Si conserva in frigorifero nel cassetto in basso, ma è preferibile consumarlo entro due giorni dall’acquisto.
È un ortaggio molto versatile e si presta a tante ricette in cucina, sia crudo che cotto. Può essere utilizzato in gustose insalate o servito in pinzimonio come aperitivo, oppure può essere gratinato in forno. Un’alternativa è quella di cuocerlo al vapore o in padella per accompagnare piatti di pesce, ottimo soprattutto nell’abbinamento con il salmone. Può anche essere utilizzato per preparare una vellutata oppure un purè.
Tratto da
Elisir di Salute (copyright)
il punto di vista di medici e ricercatori
gennaio/febbraio 2020