Da qualche anno anche in Italia si consuma sempre più quinoa, uno dei superfood più amati e conosciuti al mondo. In molti la credono un cereale ma la realtà è ben diversa, la quinoa, infatti, appartiene alla famiglia delle Chenopodiaceae, è quindi parente stretto di spinaci e bietola.
Cos’è la quinoa, da dove arriva e che benefici apporta a chi la consuma? Vediamo di rispondere a questi quesiti e di fare un po’ di chiarezza.
La quinoa è il seme che si raccoglie dalla pianta omonima
La quinoa (Chenopodium quinoa) è una pianta annuale che ha origine nelle Ande, il complesso montano che percorre per intero il lato occidentale del Sud America.
Conosciuta sin dall’antichità per i suoi semi edibili di color rosso, nero o paglierino a seconda della varietà, questa specie erbacea cresce bene solo se coltivata nei climi in cui è nata, date le particolari condizioni climatiche di cui necessita per poter produrre e i numerosi insetti nocivi che possono attaccarla (su tutte le comuni cimici).
Si sviluppa tradizionalmente sugli altipiani andini ad altitudini comprese tra i 3800 e i 4200 m.s.m; ambienti in cui la pianta vive senza l’aiuto dell’essere umano e in cui è possibile raccogliere i suoi semi per ben due volte all’anno, indicativamente a inizio e a metà estate.
Grazie alle sue proprietà e al suo aspetto, la quinoa viene spesso venduta come cereale anche se sarebbe più corretto definirla “pseudocereale”; questo perché, per definizione, i cereali sono solamente i semi raccolti da piante appartenenti alla famiglia delle Poaceae (comunemente definite “graminaceae”), come sono, tra le tante, il riso, il mais, l’avena e il farro.
Le origini della quinoa
Le origini della quinoa si perdono nella notte dei tempi. Molte fonti storiche confermano che gli Incas coltivavano e utilizzavano i semi di quinoa almeno dal 3000 a.C. Da più di 5000 anni, la quinoa è un alimento essenziale per le popolazioni del Sud America, tanto che le antiche popolazioni andine la veneravano come fosse una divinità, con tanto di sontuose cerimonie svolte durante i primi giorni di agosto, il mese dedicato a “Pachamama” (la madre terra) e periodo in cui eseguivano la semina della “chisiya mama” (madre di tutti i semi).
Al netto delle diverse abitudini colturali, questo termine Incas non lascia scampo a dubbi e sottolinea l’importanza che questo pseudocereale aveva presso una delle più fiorenti società dell’antichità pre-colombiana.
Cotti al vapore, saltati sul fuoco, tostati o ridotti a farina, i semi di quinoa caratterizzano da sempre la dieta dei sudamericani, cileni e peruviani in primis. In queste regioni si preparano molto spesso gustose insalate di semi, un mix di sementi molto simile ai pronti al vapore che oggi si possono acquistare nei supermercati, oppure si aggiungono i semi di quinoa a zuppe e minestre, un po’ come accade nella deliziosa ricetta della minestra di quinoa, borlotti, bianchi di spagna e soia.
La farina di quinoa, invece, viene utilizzata per preparare panificati, con o senza l’aggiunta di altre farine, come possono essere quelle ricavate dai semi di mais o di altri cereali.
I benefici della quinoa: superfood ideale per i celiaci e anemici
Se per gli Incas era un alimento divino, per gli scienziati moderni è un alimento unico perché i benefici della quinoa sono innumerevoli.
Ricca di amido e proteine ma priva di glutine, è il cibo ideale per chi soffre di celiachia e non vuol rinunciare al pane e ai suoi derivati.
Non solo, è un importante alleato del sistema cardiovascolare perché capace di contrastare il colesterolo cattivo grazie alla buona dotazione di acido oleico; lo stesso si dica del magnesio, elemento che di certo non manca alla quinoa e che aiuta a prevenire l’ipertensione e le alterazioni del ritmo cardiaco.
Aiuta a mantenere in salute l’organismo grazie alla presenza di lisina (composto capace di riparare e preservare i tessuti animali) e di alcuni flavonoidi dall’elevato potere antiossidante e antinfiammatorio; qualità condivise con la vitamina E, anch’essa ben
presente nei semi di quinoa.
Anche chi soffre di anemia troverà giovamento nel consumare questo pseudocereale: la quinoa, infatti, presenta buone concentrazioni di ferro e ne aiuta l’assorbimento grazie alla contemporanea presenza di vitamina C.