Nell’immediata provincia a Nord di Reggio Emilia si coltiva un cocomero speciale, la famosa Anguria reggiana IGP. Caratterizzata da una polpa di un rosso acceso dal sapore dolce ed equilibrato, questo prodotto della terra tipico dell’Emilia allieta i palati di chi la consuma e rinfresca le torride giornate estive.
Scopriamo tutto quel che c’è da sapere sull’Anguria reggiana IGP passeggiando lungo i fossati che dividono le proprietà, in questo bellissimo stralcio di Pianura Padana posta tra Mantova e Reggio Emilia.
Dolce, soda e croccante: ecco l’Anguria Reggiana IGP
L’Anguria Reggiana IGP è uno dei cocomeri più dolci e saporiti che si possano assaporare; coltivato solamente nella zona a nord di Reggio Emilia, è un frutto che possiede una polpa tra le più buone che ci siano: soda, croccante e dal tenore zuccherino fuori dal comune.
Una polpa di colore rosso acceso che è racchiusa in una buccia liscia, verde con striature longitudinali più chiare o tendenti al grigio. Un frutto così non può che essere un toccasana durante l’estate, consumato fresco non può che ravvivare una giornata al mare o regalare un momento dolce e rinfrescante.
L’anguria può essere utilizzata in cucina come ingrediente in preparazioni più complesse, anche se il più delle volte si tratta di un modo differente di servire il frutto o di un accompagnamento particolarmente azzeccato.
Ed ecco che in tavola si possono gustare:
- crostate e cheesecake all’anguria;
- macedonie di frutta;
- gelati, granite e sorbetti.
Questa dolce polpa rossa si abbina perfettamente alla panna e allo yogurt, magari per preparare una dolce colazione estiva.
Curioso invece l’abbinamento con fichi, Parmigiano Reggiano DOP e Basilico Genovese DOP, a formare un’insalatona estiva che ben si accompagna al famoso Pan de Re, un panificato d’eccellenza che dalle parti di Reggio Emilia è una vera e propria istituzione.
Come si coltiva l’Anguria Reggiana IGP
L’Anguria Reggiana IGP si coltiva solamente nel nord di Reggio Emilia, nello specifico nei comuni di Bagnolo in Piano, Cadelbosco di Sopra, Campagnola, Castelnovo Sotto, Correggio, Fabbrico, Novellara, Poviglio, Rio Saliceto, San Martino in Rio e in alcune zone di Boretto, Brescello, Campegine, Gattatico, Gualtieri, Guastalla, Reggio Emilia, Reggiolo, Rolo e Rubiera.
Le sementi utilizzate appartengono 3 varietà con caratteristiche affini:
- la Ashai Mijako dal frutto leggermente tondo;
- la Crimson che produce angurie ovali;
- la Sentinel, che produce cocomeri allungati.
In queste zone, le semine avvengono tra gennaio e maggio mentre la messa a dimora definitiva delle piante avviene tra inizio marzo e fine giugno.
La raccolta invece viene fatta rigorosamente a mano, tramite una roncola, quando il cocomero mostra le caratteristiche tipiche: polpa rossa, croccante, soda e zuccherina.
Dall’Anguria di Santa Vittoria all’Anguria Reggiana IGP
L’Anguria Reggiana IGP cresce solamente nella Bassa Reggiana, tra Reggio Emilia e Mantova, proprio nelle lande in cui erano ambientate le gag di “Don Camillo e Peppone”. E questa è la storia di un frutto che in queste zone ha un significato speciale, perché presente da sempre e ormai divenuto vanto e tradizione di queste terre: proprio come testimoniano molti documenti del 1500!
- In questi scritti di epoca rinascimentale viene ripetutamente sottolineata la bontà dei cocomeri prodotti nella zona della Bassa Reggiana: questo frutto era così buono che il suo consumo era precluso alla classe nobile, finché qualcuno non riuscì a coltivarla per i propri scopi nel paese di Gualtieri, presso la frazione di Santa Vittoria. Questo piccolo nucleo abitativo, popolato principalmente da braccianti, fece del cocomero la propria fortuna: fu qui che venne selezionata la famosa Anguria di Santa Vittoria. Questo frutto, oggi ormai scomparso, fu coltivato per secoli e per tutto questo tempo fu una fonte di sostentamento molto importante per chi abitava queste zone.
- Come accadde nel Rinascimento, anche in epoca moderna i rappresentanti del cibo d’eccellenza non poterono che decantare la bontà di questo cocomero; e così, a inizio ‘900, il Touring Club spese parole d’elogio per il sapore dolce dell’anguria (e del melone) coltivata nella Bassa Reggiana.
È solo nella seconda metà del 900 che l’Anguria di Santa Vittoria acquisisce notorietà fuori dai confini regionali. Ciò avvenne nel secondo dopoguerra, quando la riviera romagnola diventava un’ambita meta turistica estiva. In questo periodo cominciarono ad apparire sulle spiagge dei venditori che proponevano un cocomero buonissimo, un frutto che nessuno, o pochi, avevano avuto il piacere di assaporare in precedenza. Ed è così che gli italiani, e non solo, ebbero il piacere di conoscere in prima persona l’anguria più dolce d’Italia.
Con il tempo l’Anguria di Santa Vittoria è stata poco per volta sostituita da varietà ancora più saporite; le stesse che nel 2016, grazie al lavoro incessante di molti agricoltori, hanno ricevuto l’onore di essere insignite della certificazione di Indicazione Geografica Protetta (I.G.P.) e divenire la celebre Anguria Reggiana IGP.
Rinfrescante e dolce, i diabetici devono fare attenzione
L’anguria è un frutto adatto al consumo estivo perché capace di dissetare e, al contempo, di reintegrare alcuni sali minerali molto importanti.
Composto principalmente d’acqua (93% circa), il cocomero fornisce pochissime calorie ma è un’ottima fonte di vitamine (A, B e C), potassio, fosforo e magnesio; proprio grazie a queste caratteristiche l’anguria risulta essere un alimento adatto alle diete ipocaloriche. Ad ogni modo, il suo uso è sconsigliato nel caso si soffrisse di diabete: l’apporto zuccherino del cocomero non va assolutamente sottovalutato se soggetti a questa patologia.