Marrone di Caprese Michelangelo DOP, la castagna del Buonarroti

Marrone di Caprese Michelangelo DOP, la castagna del Buonarroti

Scopri la storia di Michelangelo Caprese e del suo marrone unico al mondo!

La castagna che raccolgono a Caprese Michelangelo, comune in provincia di Arezzo, non è di certo una castagna comune, anzi è una prelibatezza unica al mondo: è il Marrone di Caprese Michelangelo DOP.

Accompagnateci nei castagneti che popolano queste splendide colline a nord di Arezzo per conoscere i marroni, la loro storia e le vicende di un paese che da secoli porta avanti con passione e dedizione un’attività castanicola senza paragoni.

Il marrone aretino amato da Michelangelo Buonarroti

Caprese Michelangelo è un paese di circa 1500 abitanti situato sulle colline tosco-emiliane che caratterizzano la parte nord della provincia di Arezzo. Da secoli in questi luoghi il castagno popola le pendici dei promontori formando bellissimi boschi e offre i suoi buonissimi frutti alla popolazione. Pare che già in periodo etrusco e romano l’areale in questione fosse famoso per la produzione di castagne, ma solo dall’anno 1000 in poi esistono testimonianze scritte che attestano senza alcun dubbio la presenza di questa attività nei pressi di Caprese.

Coltura promossa e incentivata dai monaci benedettini durante il Medioevo, il marrone coltivato in queste zone è stato uno degli alimenti favoriti da Michelangelo Buonarroti. L’artista rinascimentale, conosciuto in tutto il mondo per le sue opere, è nato proprio a Caprese e, come si poteva immaginare, andava pazzo per il Marrone coltivato nella sua città natale.

Questo frutto è stato per molto tempo un alimento essenziale per le classi meno abbienti, perché ha un elevato valore nutrizionale, si conserva molto bene se opportunamente lavorato ed è pure un ingrediente duttile in cucina.

E non solo: il legno della pianta è sempre stato utilizzato nella costruzione di case e di mobilio a vista grazie alla sua robustezza e la naturale capacità di resistere all’acqua.

Nei secoli successivi, la popolazione di Caprese ha cominciato a innestare i castagni con varietà migliori, fino ad arrivare al prodotto che abbiamo la fortuna di assaggiare oggi: il Marrone di Caprese Michelangelo, prodotto squisito della montagna unico nel suo genere. Talmente prelibato che nel 2010 ha avuto l’onore di essere insignito del marchio DOP: segno di stima e attestato di qualità a dimostrazione di quanto questo marrone abbia pochissimi rivali nel panorama castanicolo italiano.

Come si raccolgono i marroni nei castagneti secolari di Caprese

I secolari boschi di castagno nei pressi di Caprese Michelangelo assicurano produzioni da moltissimi anni, tanto che esistono alberi ancora produttivi innestati intorno al 1500.
Oggi come allora, la raccolta dei marroni comincia non prima del 20 settembre: i ricci vanno colti direttamente da terra dato che non sono ammesse tecniche meccaniche o chimiche che promuovano la caduta anticipata dei frutti.

Una volta caduti, i ricci sono suddivisi dal fogliame tramite arieggiatori e colti a mano o tramite appositi macchinari raccoglitori. Successivamente si scartano i marroni danneggiati o palesemente compromessi da patogeni: la scelta più comune è quella di immergere in acqua il raccolto, poi le castagne che vengono a galla saranno quelle che presentano aria al loro interno, chiaro segnale della presenza di marciumi o di inquilini poco piacevoli.

Per i marroni da vendere freschi, non ci sono altre lavorazioni da fare, se non il confezionamento. Quelli che vanno venduti come prodotto secco, invece, vanno riposti per 40 giorni nei tradizionali seccatoi sparsi nei castagneti. Una volta persa gran parte dell’acqua che contengono, le castagne vengono sbucciate e preparate alla vendita.

Le ricette tradizionali sono più buone se preparate con il marrone di Caprese

Le castagne sono state per secoli un’importante forma di sostentamento per le classi più povere della società e un ingrediente prezioso per le cucine dei più abbienti. Ecco perché esistono così tante pietanze e ricette tradizionali che vedono la castagna come ingrediente principale delle portate, sia piatti poveri che vere e proprie opere d’arte culinaria.

I marroni freschi hanno buccia di color avana e contengono un frutto che emana un leggero aroma di mandorle e vaniglia; all’assaggio risulta croccante e piacevolmente zuccherino.
In cucina, oltre alle tradizionali caldarroste cotte in padella, i marroni freschi sono ottimi se messi a bollire in acqua per mezz’ora insieme a del finocchietto: una ricetta tanto buona quanto facile da preparare!

Anche la zuppa di castagne è un piatto tradizionale capace di riscaldare le fredde serate autunnali. C’è chi la prepara aggiungendo i ceci e chi i fagioli... ma per assaporare al meglio il marrone di Caprese Michelangelo, è bene prepararla senza aggiungere legumi.

In pasticceria il marrone ha un ruolo di prim’ordine e viene utilizzato in dolci molto conosciuti; su tutti ricordiamo il dolce “Mont Blanc” e i marron glacé.

E come dimenticare il baldino (conosciuto dai più con il nome di castagnaccio), un dolce tipico, preparato con la farina di marrone, che nei secoli ha valicato i confini toscani e si è diffuso in tutta Italia.

Il Marrone di Caprese Michelangelo DOP: ideale per gli sportivi

Se la castagna è un alimento molto nutriente e il marrone ancor più energetico, quello di Caprese Michelangelo ha qualità uniche acquisite grazie al particolare ambiente in cui si sviluppa. Questi marroni contengono infatti elevate quantità di amido, sostanza che si accumula nei frutti grazie a un suolo ricco d’acqua e a una particolare esposizione al sole.

Non solo, il marrone presenta anche buone dotazioni di proteine, vitamine (tra tutte la B1, B2, C e PP) e sali minerali; in particolare, le elevate concentrazioni di potassio permettono a questo frutto d’essere un alimento perfetto anche per chi svolge attività fisica.

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