Mentuccia, nepetella e nepitella sono nomi comuni con cui vengono identificate delle piante simili alla menta che si usano in cucina.
Le somiglianze botaniche, gli usi affini e i nomi comuni propri di ogni regione hanno creato un po’ di confusione: facciamo un po’ d’ordine, scopriamo insieme le differenze e le affinità tra mentuccia, nepitella e nepetella.
Mentuccia, nepetella e nepitella, evitiamo gli errori
Mentuccia, nepetella, nepitella ma anche menta romana o poleggio: nomi comuni utilizzati spesso come sinonimi per definire specie vegetali spontanee più o meno simili alla menta (Mentha spp.). Queste piante sono utilizzate nella cucina tradizionale italiana, un po’ perché hanno sapori simili e un po’ perché allo stato spontaneo non è semplice distinguerle tra loro.
Prima di descriverle nello specifico è bene fare un po’ di chiarezza: tra tutte le piante citate, solo la menta romana (Mentha spicata) è una menta vera e propria mentre mentuccia comune, nepitella e poleggio sono termini usati indistintamente per definire la Clinopodium nepeta, ascrivibile ad un genere vegetale affine alla menta. Infine la nepetella (Nepeta nepetella), pianta con un’estetica simile alle precedenti ma che altro non è che una tipologia di erba gatta a sviluppo contenuto.
La mentuccia, chi l’ha detto che è una menta?
Come abbiamo appena sottolineato, la mentuccia vera e propria è una pianta aromatica appartenente al genere Clinopodium, in particolare alla specie Clinopodium nepeta (in alcuni testi Calamintha nepeta). Oltre al termine mentuccia, questa pianta è indicata anche con i nomi comuni di nepitella e di poleggio.
Si tratta di un piccolo arbusto aromatico molto comune in tutti gli incolti italiani; alto non più di 70 cm, porta gruppi fiori peduncolati rosacei/violacei che si sviluppano all’ascella delle foglie apicali.
Questa specie perenne è particolarmente profumata e in estate, grazie ai suoi fiori, rilascia nell’aria aromi che attraggono insetti impollinatori e chef provetti, intenti a raccogliere erbe spontanee. La mentuccia comune può esser coltivata senza difficoltà anche in casa, non dovrete far altro che dividere il cespo di una pianta adulta o effettuare una talea interrando un giovane ramo di mentuccia. In entrambi i casi, il periodo migliore per la raccolta di nepitella è a fine primavera, quando le piante devono ancora fiorire: è questo il momento dell’anno in cui le foglie contengono la maggior quantità di composti aromatici. In cucina, le foglie di mentuccia possono essere utilizzate fresche o dopo esser state essiccate in ambiente fresco, buio e areato. Il suo sapore, analogo a quello della menta vera e propria, è adatto a insaporire moltissimi piatti a base di carne, pesce e verdura. Un abbinamento tanto particolare quanto gustoso è quello di cucinare i funghi insaporendoli con la mentuccia e un po’ di succo di limone. E che non si scambi la mentuccia con quella che solitamente viene definita menta romana (altro non è che il mentastro, Mentha Spicata) se si vuole emulare la cucina della capitale: per i carciofi alla giudia, i saltimbocca e la trippa alla romana bisogna utilizzare solo ed esclusivamente la mentuccia!
La nepetella, l’erba gatta che si usa in cucina
La nepetella, o gattaia minore, (Nepeta nepetella) è una specie vegetale appartenente alla famiglia delle aromatiche (Lamiaceae) che presenta caratteri estetici molto simili a quelli della mentuccia.
Come ricorda il suo nome comune, la nepetella non è altro che un erba gatta che si confonde con facilità con le piante di menta a causa del portamento contenuto e dei suoi fiori bianco-violacei, riuniti in infiorescenze e posti alla base dei rami.
In Italia la nepetella non si trova facilmente allo stato spontaneo seppur il suo areale di riferimento sia proprio l’Europa mediterranea. Fortunatamente la gattaia minore si può coltivare con facilità in orto, alla pari della mentuccia: anche in questo caso per procurarvi le piante dividete il cespo di una pianta adulta intorno a metà autunno e andate a trapiantare le singole porzioni di radici in più contenitori.
Attenzione, molto probabilmente la coltivazione di gattaia minore non darà mai buoni risultati se avete dei felini che bazzicano tra le vostre aiuole. Questi animali sono irrimediabilmente attratti dai composti aromatici di questa pianta, i quali emulano i feromoni sessuali di questi animali: non farete a tempo a trapiantare la nepeta nepetella che i vostri gatti cominceranno a strusciarsi, buttarsi, rotolarsi su di essa accompagnando la performance con tutte le fusa che hanno in corpo.
Quanto alla raccolta, le foglie di nepetella vanno colte tra primavera e estate, all’inizio della fioritura: è questa la fase di crescita del vegetale in cui si recupera il maggior quantitativo di composti aromatici.
In cucina la nepetella ha un leggero aroma di menta e un retrogusto particolare che qualcuno associa alla santoreggia, seppur abbia un sapore tutto suo. La si usa proprio come si fa con la menta vera e propria, seppur sia assolutamente consigliato provarla in anticipo per capire se il suo sapore possa andar bene anche ai palati più tradizionalisti.